Qualche giorno fa stavo pensando ad una dotta citazione per confezionare gli Auguri di Natale: per fortuna non ho fatto in tempo e così posso risparmiare a clienti e visitatori del sito l’ennesima frase ad effetto. Ne ho lette tante in questi mesi, e cosa ne resta?
Mi ha colpito oggi, invece, un articolo nel sito Avsi.org. Tante volte ci lamentiamo dell’incertezza, ma sentite cosa è accaduto a Daniel, in Uganda:
Daniel è solo un ragazzino quando arriva circa dieci anni fa alla Welcoming House di Kampala, una struttura che accoglie orfani di guerra e bambini abbandonati. Scappato dal Nord Uganda, sopravvissuto a un attacco, ha negli occhi il massacro della madre, uccisa davanti a lui.
Giampaolo Silvestri, segretario generale di AVSI
All’inizio i suoi propositi sono di vendetta, ma, dopo 5 anni…
…al termine di un primo ciclo di studi, Daniel confida il suo nuovo piano: «Voglio diventare un medico e curare i bambini che come me sono passati attraverso un trauma così devastante come la guerra civile e la morte violenta della propria madre». La storia singolare di Daniel getta una luce particolare su quanto il Papa è tornato a indicare nel suo messaggio per la pace, là dove richiama l’importanza dell’educazione come forma di “investimento” di pace.
Giampaolo Silvestri, segretario generale di AVSI
Concludo subito: il mio augurio di Buon Natale è che ognuno possa incontrare non solo parole ma gesti concreti, non propositi di vendetta ma “azioni di educazione come investimento di pace“.
Buon Natale!
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