Scriveva Giovanni Costa sul Corriere della Sera di domenica 22 marzo:
Ci sono capi che non amano lo smart working perché temono di perdere il controllo sui collaboratori, per contro ci sono collaboratori che lo rifiutano perché temono di perdere il controllo sul capo.
Giovanni Costa, Corriere della Sera, “Effetto smart working” domenica 22/3/2020, p. 6
E continuava:
“Qui ritornano utili le analisi sulla distanza del potere: la prossimità con le posizioni gerarchiche superiori è un indicatore dell’importanza del ruolo svolto nell’organizzazione oltre che una garanzia della continuità del rapporto. Quanto più il rapporto si alimenta di conoscenze tacite in continuo divenire grazie alla prossimità, tanto più è difficile sostituire chi le detiene. Quando invece l’interazione si basa su conoscenze standardizzate, il social distancing realizzato dallo smart working viene percepito come premessa per soluzioni automatizzate o esterne. Questo spiegherebbe perché lo smart working piace a molti ma non a tutti.
Giovanni Costa, Corriere della Sera, “Effetto smart working” ,domenica 22/3/2020, p. 6
E qual è il punto di vista di chi lavora da casa? Condividiamo qui, per alimentare il dibattito, l’ultimo video dell’attore Giovanni Scifoni che con molta ironia condensa le esperienze quotidiane degli smart workers.
Buona visione 😉